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"Tutta la storia antica altro non è che invenzione letteraria accettata come verità" - Voltaire

 

Tratto da: Storia cronografica di Trieste dalla sua origine all’anno 1695, di Vincenzo Scussa. Stampato nell'anno 1863:

"Trieste da’ i Greci Tergesta, da’ i Romani Tergeste, ora Tergestum detta; città episcopale dell’Europa, ai confini d’Italia, nel più remoto seno dell’Adriatico, tra i fiumi Timavo e Formine, quindici miglia discosta, ebbe la sua origine dai pronipoti di Noè, figli di Jafeth, cioè Gomer, che abitò la Francia e Javan, che abitò la Grecia. Ciò avvenne l’anno terzo dopo la confusione delle lingue nella torre di Babele, che fu 278 anni dopo il diluvio, dalla creazione del mondo 1934, l’anno 56 di Terah, padre di Abramo, avanti questo nascesse anni 14, avanti la morte di Noè 72, avanti li Colchi venissero in Istria 885, avanti la rovina di Troja 937, avanti l’edificazione di Roma 1368, avanti la nascita di Cristo 2118.

 

Se questa cronologia fa sorridere lo storico erudito, non dimentichiamo che essa fu considerata perfettamente attendibile fino all’inizio dell’Ottocento. Essa si basava su un computo biblico degli anni a partire dal 4052 a.c. considerato come l’anno della creazione del mondo. Noi sappiamo benissimo che questa cronologia non risponde ad un dato scientifico, ma mito per mito (vedi l’anno della fondazione di Roma 750 a.c. ormai entrato nella consuetudine) possiamo immaginare la fondazione di Trieste nell’anno indicato dallo Scussa, cioè il 2118 a.c. Quindi sommando gli anni precedenti la nascita di Cristo ai giorni nostri, si può affermare che nell'anno 2004 per Trieste ricorrono 4122 anni dalla fondazione Antichissime sono le origini di Trieste (in passato Tergeste): già nella preistoria i cacciatori trovavano ospitalità nelle sue caverne ed i primi pastori costruivano sulle amene alture del circondario i loro “castellieri”. Si tramanda che a Tergeste abbiano sostato gli Argonauti sulla via del ritorno e che gli esuli di Troia si siano quivi rifatti una vita, e – stando alla leggenda – abbiano fondato una colonia, Monte Muliano, la quale per il suo orgoglio ed il suo ardire avrebbe stupito persino il Senato Romano. Dai Castellieri al Campidoglio il passaggio fu relativamente breve: nell'anno 142 a.c. il territorio viene denominato dai romani Tergeste e nel 128 a.c. Tergeste diventa Colonia Romana.Sotto l’aquila di Roma Tergeste conobbe i fasti di un periodo florido e proficuo sino ad essere traghettata, pur con qualche barbarico scossone, verso il dominio di Bisanzio e successivamente al Medioevo dei Liberi Comuni. La libertà del Comune, tenacemente difesa dai tergestini, dovette tuttavia subire all’inizio del Duecento una dura intrusione, quando dal mare si materializzarono le sagome della imponente flotta della IV Crociata guidata dal Doge veneziano Enrico Dandolo che, alla “Magnifica Comunità Tergestina”, chiedeva incondizionata fedeltà alla Serenissima. Tergeste era suddivisa in quattro Rioni:


Castello - Cavana - Mercato - Riborgo


 

Castello: oltre ad essere sede del clero e delle milizie, era abitato da agricoltori e facchini. Si estendeva dalla sommità del Colle di San Giusto sino alle attuali vie di Donota, la Chiesa di Santa Maria Maggiore e la via della Cattedrale.

Cavana: abitato dai nobili e ubicato nella zona attualmente interessata dal progetto di recupero “Urban” e delimitata dalle vie Punta del Forno, Pescheria, delle Mura, Crosada sino a Piazzetta Barbacan.

Mercato: luogo di mercanti ubicato nella zona attualmente dietro l’attuale Municipio e comprendente lo stesso Palazzo dell’Anagrafe, il Largo Granatieri, i palazzi Eisner- Civrani e dei Lavori Pubblici.

Riborgo: per lo più abitato dai nobili e che abbracciava tutta quella zona compresa fra il Teatro Romano, la via di Donota e il fu Ghetto Ebraico sino al palazzo dell’Anagrafe del Comune.

La città era cinta da spesse e solide mura con relative torri di guardia ed armati in sua difesa. Nel suo agro si estendevano vigneti ed uliveti mentre la costa era caratterizzata dalla presenza delle saline, una delle principali fonti di sostentamento. All’arrivo della bella stagione vi si svolgeva il “Mostron” - una rassegna delle milizie assoldate dal Comune per le guerre esterne - allietato da giochi di forza e di coraggio come la giostra, le corse dei cavalli, l’albero della cuccagna e via sollazzando. Tornei e giostre di cavalieri si svolgevano come nel resto dell'Europa. Memorabile fu il torneo organizzato nel 1226 sotto il Podestà Mainardo I al quale presero parte cavalieri provenienti dalla marca Trevigiana, dal Friuli e dai Land germanici.

La Repubblica di Venezia incombeva su Tergeste, limitandone l' attività commerciale e imponendole obblighi che mal erano recepiti dai Tergestini. Per ben due volte nel 1285 e nel 1291 Venezia impose dure e vergognose condizioni di pace che Tergeste dovette accettare, pur rifiutandosi sempre di inalberare il vessillo veneziano sulla città.

Il 23 dicembre 1368 la Repubblica veneta iniziò un duro assedio a Tergeste, che si protrasse fino al 18 novembre 1369: un assedio che non fu condotto dai veneziani con intrepidezza, ma bensì come guerra di distruzione tanto che, non potendo prendere la città con la forza a causa dell'ardire dei tergestini, dovettero aspettare ben undici mesi, prima di ottenere una vittoria carpita per fame.
Il 9 agosto 1382 il Consiglio Maggiore del Comune tergestino, timoroso di perdere le libertà municipali, deliberava la dedizione della città ai Duchi d'Austria ponendo per condizione assoluta che mai sarebbe stata intaccata la libertà del libero Comune, né violati gli Statuti vigenti e tanto meno disconosciute le consuetudini cittadine. Ratificato l'accordo a Graz il 30 settembre dello stesso anno, il Duca Leopoldo sopprimeva la carica di podestà sostituendola con un proprio capitano.

E da qui tutt'altra storia...

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