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SPETTACOLI, MANIFESTAZIONI ed EVENTI 

MAXIMILIAN: IL PRINCIPE DI MIRAMARE 

  

Libretto e liriche: Edda Vidiz
Musiche: Umberto Lupi
N° canzoni narrativa: 15
Edizioni: PDL - Anno: 2010

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[CD info]
[Articolo]

 

 

Abstract

   In una sera d'autunno il bragozzo di guerra " Madonna della Salute" è costretto a trovare riparo, a causa di un improvviso levarsi di bora, nell'insenatura di Punta Grignani (1). La tempesta non è casuale, bensì evocata dalla Sirena Miramar decisa a impadronirsi del cuore del Principe, ma l'incantesimo fallisce (2). Dimentico degli eventi della notte Massimiliano scende a terra dove, incantato dalla bellezza del luogo, incarica l'architetto Junker di costruire un castello che, seppur dimentico del suo incontro con la Sirena, Massimiliano chiamerà Miramar (3).

  Nel frattempo il principe viene inviato dal fratello, l'imperatore Francesco Giuseppe, quale ambasciatore in Francia, al fine di distrarre l'imperatore Napoleone III dalle sue simpatie verso i piemontesi (4) e poi in Belgio per fargli incontrare Carlotta, la figlia del re Leopoldo. Carlotta si innamora del bel principe e i due giovani convolano a nozze (4) acclamati dai regnanti d'Europa (5). Massimiliano assume la carica di Governatore del Lombardo Veneto ma, a causa delle sue idee troppo liberali, l'imperatore lo destituisce in breve tempo con grande dispiacere dei due sposi, che si ritirano nel Castello di Miramar. Qui Carlotta incomincia a dare segni di insofferenza, rattristata dall'idea di ricevere scarse attenzioni dall'amatissimo sposo (7).

  Per consolare il fratello della perdita del Governatorato, Francesco Giuseppe lo nomina ambasciatore presso don Pedro II, Imperatore del Brasile. Durante la sosta a Madera il Principe è pervaso dal ricordo del suo grande amore per la cugina Amalia di Braganza, figlia di don Pedro, morta di "mal sottile" a vent'anni proprio in quella splendida isola (8).

  Don Pedro gli preannuncia che, proprio lui, potrebbe ricevere un'offerta da parte di Napoleone III - il quale ha invaso tutto il Messico - quale Imperatore di quella nazione, ma Massimiliano dichiara di non essere assolutamente disponibile (9).

  Nel frattempo il fuoriuscito messicano Gutierrez de Estrada sta cercando per tutta l'Europa un principe cattolico disposto ad accettare quella traballante corona, che viene effettivamente offerta a Massimiliano, il quale non l'accetta ponendo come condizione di essere scelto da un plebiscito popolare. Napoleone III e de Estrada congegnano per ottenere il responso chiesto dal principe, e finalmente una delegazione messicana si presenta il 10 aprile 1864 al Castello di Miramare annunciando a Massimiliano il favore di tutto il popolo messicano (10).

  La coppia imperiale arriva in Messico ma, a causa della fine della Guerra di Secessione degli Stati Uniti, i quali non vedono di buon grado un impero ai loro confini, ben presto tutte le grandi Potenze che prima avevano appoggiato la nomina imperiale, ritirano le loro truppe mentre l' imperatore Napoleone III viene a mancare a tutti gli impegni precedentemente assunti con Massimiliano (11).

  I delegati delle Grandi Potenze gli consigliano di abdicare (12) ma l'imperatore, vuoi per orgoglio vuoi per lealtà verso le proprie truppe, rifiuta di lasciare il trono e di abbandonare il Messico, paese che ha imparato ad amare (13). Nel momento del pericolo la coppia imperiale si ritrova unita più che mai e l'intrepida Carlotta ritorna in Europa per un disperato tentativo di ricevere aiuto dal Papa e dai potenti del Vecchio Mondo (14).

  La situazione precipita. Benito Juarez, capo degli insorti messicani, sta vincendo su tutti i fronti e la vita di Massimiliano è in pericolo. I delegati preparano la sua fuga, ma lui non è un codardo e all'ultimo momento rifiuta di abbandonare i suoi soldati.

  Intanto in Europa, durante l'udienza ottenuta dal Papa, Carlotta dà i primi segni di pazzia. Massimiliano ne viene informato e cade in una profonda depressione. Città del Messico non è più sicura. Con le ultime truppe fedeli l'imperatore si ritira a Queretaro, dove un traditore apre le porte della città e lui, per evitare altro spargimento di sangue, si arrende consegnando la sua spada al generale nemico Escobedo. Accusato di alto tradimento viene condannato alla pena capitale, assieme ai due fedeli generali Menìja e Miramòn.

  A nulla valgono le richieste di grazia inviate da parte di tutte le Grandi Nazioni, Benito Juarez è irremovibile. Di lì a poco, davanti al plotone d'esecuzione, Massimiliano schiude le falde della sua marsina e indica il cuore: a 35 anni non ancora compiuti (15).

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